Luglio 1911 : il massacro dei Sardi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. BalvaNur
     
    .

    User deleted



    " Era il 1911, anno in cui molti sardi riponevano nell’emigrazione la speranza di una vita migliore, la quale palpitava, fiduciosa e intrepida, sul posto di lavoro. Tuttavia, nel luglio di quell’anno per quattrocento figli della Sardegna, il sogno si frantumò nel suolo italico in una realtà di persecuzione e d’orrore. Essere sardo e per questo pagarne il prezzo, subirne il razzismo di persona, sperimentarlo sulla propria pelle fu un’esperienza, purtroppo, di molti di questi miei conterranei.

    Erano anni di progresso tecnologico in cui la ferrovia ne rispecchiava il mito, attraversandone l’Italia. A costruire le migliaia di chilometri di linee ferroviarie, altrettante migliaia di braccia. E fu così che circa mille sardi, quasi tutti minatori del sud Sardegna, furono impiegati per la costruzione della linea Roma – Napoli. Assumere sardi era allora conveniente, poiché lavoravano sodo, in cambio, a parità di mansione, di un salario inferiore a quello degli operai continentali, loro colleghi. Quattrocento operai isolani, furono, quindi, stanziati temporaneamente nel comune di Itri, all’epoca in provincia di Caserta e oggi di Latina, ossia nella cosiddetta: «Terra di lavoro». Gli abitanti di Itri, però, fomentati e spalleggiati indirettamente dai mass – media italiani che descrivevano i sardi come una «razza inferiore e delinquente per natura», sollevavano pregiudizi razzisti contro i sardi. A servirsi di questa opinione diffusa e consolidata in una costante tensione sociale fu la camorra, nel momento in cui la sua autorità fu sconfitta dagli involontari rappresentanti del Popolo Sardo, la quale riuscì a trasformare tale convinzione in sentimento di odio sanguinario antisardo. L’organizzazione criminale, alla quale interessava solo il denaro, che ruolo e quali interessi poteva nutrire in questo scontro di culture? La risposta è semplice e nello stesso tempo terrificante: ai lavoratori sardi si voleva imporre il cosiddetto «pizzo». Ma alla camorra, che assumeva la posizione del «padrone», si contrapponeva il netto rifiuto, pacifico ma fermo, di quei baldi lavoratori di pagare. Questa decisione fu presa, sia per l’innata fierezza della cultura «De s’omine», sia per la matura coscienza dei diritti loro spettanti, anche se non ancora conquistati, in quanto lavoratori. I criminali, quindi, per scongiurare il contagio di tale rivoluzione, puntarono sugli anzidetti sentimenti degli itrani (cosi si fanno chiamare gli itriesi) per cacciare i sardi da «Terra di lavoro». La furia fanatica razzista, organizzata minuziosamente, si compì tragicamente nei giorni di mercoledì e giovedì 12 e 13 luglio del 1911. Al grido: «Morte ai sardegnoli», i miei antenati furono, per quei due giorni, le prede indifese della «caccia al sardo». Nel primo giorno un gruppo di operai fu insultato e provocato nella piazza dell’Incoronazione, l’epicentro della storia. Al grido «Fuori i sardegnoli», la parola d’ordine per richiamare gli itrani in quel luogo, a centinaia accorsero armati, attaccando da ogni parte i nostri conterranei inermi. In una ridda di sorpresa, di urla, anche le autorità locali aprivano il fuoco promettendo immunità ai compaesani, non di meno fecero i carabinieri, i quali spararono sui sardi in fuga. Quel giorno, il selciato italico s’impregnò del primo sangue dei martiri trucidati barbaramente. Gli operai scampati alla persecuzione xenofoba si rifugiarono intanto nelle campagne circostanti. L’indomani, i lavoratori rientrarono nel paese per raccogliere i loro fratelli caduti come soldati in guerra, ma la «fratellanza operaia», «la pietà cristiana», si evidenziarono utopiche mete. Entrarono nell’abitato e nuovamente divampò la triste sinfonia di morte col grido di battaglia: «Fuori i sardegnoli». Gli itrani convergendo in massa, passarono prima in una bottega, nella quale si distribuivano armi per l’occasione. Qui si avvertiva: «Prendete le armi e uccidete i sardi». La seconda giornata di caccia all’«animale sardo» era aperta! Gli itrani, ancora accecati dall’odio razzista e non contenti del sangue già versato, si scagliarono nuovamente contro i lavoratori sardi inermi e, con più raziocinio criminale del giorno prima, ancora ammazzarono. In queste due giornate furono massacrate una decina di persone, tutte sarde. Il numero esatto delle vittime non si venne mai a sapere, poiché gli itrani trafugarono numerosi cadaveri e feriti moribondi per nascondere il numero esatto delle vittime. Alcuni operai sequestrati subirono la tortura e una sessantina furono i feriti, di cui, diversi, molto gravi, perirono in seguito. Molti sardi scampati alla strage furono arrestati con la falsa accusa di essere rissosi. Mentre, altri, per la stessa accusa, furono espulsi da quella «terra del lavoro» e rispediti in Sardegna. Pagarono caro il prezzo della loro provenienza e cultura, ma la camorra, da quei fieri sardi, non vide neppure un soldo. Per questi fatti non un itriano fu punito. E il grave avvenimento fu subito occultato. L’avocato Guido Aroca scrisse: «Se alcunché di simile si fosse verificato ai danni siciliani o romagnoli, l’Italia tutta sarebbe oggi in fiamme». Dopo quei giorni dolorosi, i sardi, per il tornaconto bellico italiano del ’15 ’18, diventeranno la «razza guerriera ed eroica» che salvò le sorti dell’Italia.

    Il sacrificio dei miei antenati non ha avuto giustizia e in continente si sostiene ancora che «I sardegnoli se la son cercata». A distanza di anni da quei fatti, la forma mentis ferocemente antisarda è stata dichiarata lucidamente dallo stesso «Stato di diritto» italiano, nel momento in cui, con tracotanza, istituzionalizzò il proprio pregiudizio e razzismo contro i sardi (e solo contro i sardi) emigrati in s’Italia, con una schedatura poliziesca di uomini, donne, vecchi e bambini. La registrazione ebbe inizio nel 1984, all’insaputa degli stessi sardi, con la regione Lazio per poi essere estesa ad altre regioni fino ad una data incerta degli anni ’90. Frantz Fanon aveva pienamente ragione: «Un Paese colonialista è un Paese razzista!». I sardi, per un complesso di colpa indotto da anni di colonizzazione culturale, accettarono passivamente di essere considerati, nel loro insieme e capillarmente, potenziali criminali.
    "

    I nomi conosciuti delle vittime assassinate :

    Antonio Baranca di Ottana

    Antonio Contu di Ierzu

    Antonio Arras di ?

    Efisio Pizzus di ?

    Giovanni Mura di Bidonì

    Giovanni Marras di ?

    Giuseppe Mocci di Villamassargia

    Salvatore Cuccuru di ?

    Sisinni o Pischedda di Marrubbiu

    Baldasarre Campus di ?

    [operaio] Deligios di Ghilarza
     
    .
  2. giustinorovata
     
    .

    User deleted


    :wacko: :wacko: :wub: :woot: G. SeTaT
    senza birrette
     
    .
  3. entuestu
     
    .

    User deleted


    Ho saputo di questa triste storia alcuni anni fa sulla Nuova Sardegna, e ricordo che mi scapoparono le lacrime.
    Ciò che mi meraviglia (ma fino ad un certo punto) é il silenzio delle istituzioni pubbliche, sempre pronte a ricordare le cazzate più insignificanti, anche con grandi spese, ma non le cose veramente importanti.
    Ma in fondo abbiamo i governanti che ci meritiamo, per non parlare poi della nostra classe intellettuale, sempre pronta a vendersi per un tozzo di pane.
    Bisogna diffondere cultura e conoscenza a tutti i livelli. Solo così si potrà prendere coscienza della nostra condizione e si potranno mettere le base per una vera autodeterminazione.

    Salude e trigu
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    STUDIOSO DEI POPOLI DEL MARE

    Group
    Administrator
    Posts
    6,652

    Status
    Offline
    KASTEDHAJU... ho cancellato il post! io ti cvapisco, ma abbiamo deciso di non fare riferimenti specifici di politica o credo razziale o di appartenenza... :rolleyes:
    SORRY :salute:
    LEO :vandal:
     
    .
  5. kasteddaiu
     
    .

    User deleted


    ok...don't worry about it... :salute:
     
    .
  6. suonosardo
     
    .

    User deleted


    Nel 1893 vi fù un'altra strage di operai, qualcuno dice che le vittime furono centinaia. Successe a Aigues-Mortes, nelle saline della Camargue in Francia.
    Quei poveri cristi erano del Nord, piemontesi e non solo, andati in Francia per guadagnarsi un pezzo di pane lavorando onestamente.
    Vennero massacrati dall'odio razziale scatenato da motivi simili.
    Credo sia stato De Crescenzo a dire.....siamo tutti meridionali di qualcuno.


    http://rs.infinitoedizioni.it/4/Aise.pdf

    Edited by suonosardo - 30/10/2012, 20:34
     
    .
  7. dedalonur9
     
    .

    User deleted


    non avevo mai letto questo 3d e non conoscevo questa storia. Gli italiani di ieri non sono quelli di oggi, poi fu colpa dei camorristi e di quanti crearono teorie razziste sui sardi (Lombroso).

    tolto tutto questo, la rabbia cova...
     
    .
  8. Dennis seui
     
    .

    User deleted


    Una storia molto triste non la conoscevo.....
    Sono rimasto stupito solo di una cosa,che i sardi non si siano vendicati, eppure è nella nostra indole.
    In cronache avevo letto che un decennio fà o forse piu in un cantiere di sardi in continente,andavano sempre dei vandali a rompere le scatole e un giorno quest'ultimi gli hanno massacrati di botte,ebbene i sardi da uomini si sono subiti "sa carda e cropus";ma non è finita qui dopo un pò di tempo gli artificeri hanno scoperto che un intero quartiere era circondato di esplosivo.Inoltre sono state ritrovate delle lettere in cui vi era scritto "non è finita qui questo è solo l'inizio"
     
    .
  9. dedalonur9
     
    .

    User deleted


    Leo potresti spostare la discussione da chiacchere al bar in Storia? si saran sbagliati a postare, ma suona un po offensivo.

    Dennis, tutti i sardi vennero espulsi dal continente (foglio di via) non vi fu modo di vendicarsi. ne di difendersi, quelli infatti erano armati di moschetto (gli Itriani) i sardi no.

    Manlio Brigaglia
    http://www.regione.sardegna.it/messaggero/1987_luglio_21.pdf

    Questi articoli tentano di fornire una qualche giustificazione agli Itrani
    http://www.laportella.net/staff/pinopecchia/premessa.htm
    http://www.laportella.net/storia/autori/pi...sardi/index.htm

    CITAZIONE
    fenomeni descritti Gian Antonio Stella nel libro l'orda succedevano anche in italia e i fatti d'Itri ne sono un esempio
    da wikipedia " [...] Nel 1911 erano presenti nel comune cinquecento dei circa mille emigranti sardi arrivati per lavorare al V lotto della Direttissima Roma-Napoli. Nel contesto nazionale erano già presenti elementi di razzismo contro i sardi, chiamati sardegnoli, che non scomparvero fino alle imprese della Brigata Sassari nella Prima guerra mondiale Gli emigranti ricevevano un salario inferiore rispetto agli altri lavoratori, ma si rifiutarono di pagare ogni tangente alla camorra, allora infiltratasi nell'appalto, e per tutelarsi cercarono di costituire una lega di autodifesa operaria. Il 12 e 13 luglio, a seguito di futili pretesti, avvengono due imboscate a cui partecipano gli stessi notabili del paese, nell'indifferenza delle forze dell'ordine. Si contarono, non senza difficoltà e intralci, 8 vittime e 60 feriti, tutti sardi, mentre dalla Corte d'Assise di Napoli trentatré imputati furono assolti dai giurati popolari e nove condannati in contumacia, a trenta anni di carcere. Fonti locali parlano di una ribellione contro i sardi da parte della popolazione "stanca di sopportare violazioni e prepotenze [...] soprusi d’ogni genere" di come "i sardi si trovavano nella condizione psicologica dei conquistatori [...] in questo centro-sud da poco conquistato dal loro Re" e "gli itrani non trovarono alcuna difesa nello Stato Sabaudo mentre ai sardi fu accordata una sorta di tacito salvacondotto tanto da portare all'esasperazione la società itrana non nuova ad atti di resistenza violenta."

    in realtà furono i sardi a ribellarsi a certa mentalità camorrista continentale...

    interessante anche questa discussione:
    http://it.answers.yahoo.com/question/index...05120615AACStGH
     
    .
  10. GESICO
     
    .

    User deleted


    Cari Amici,
    ma davvero non conoscete queste storie di "ordinario razzismo", perpetrato ai danni dei Sardi? Ma davvero pensate che nel corso della storia ci sia stato un solo popolo che ci ha trattato da Popolo? Ma guardate cosa sta avvenendo in questi giorni per il G8. Il Sardo venales (da vendere) di romana memoria, il Sardo carne da maccello sugli altopiani carsici, il Sardo bandito degli anni '70. Ma tutto questo è successo perchè per una logica ancora sconosciuta, il peggior nemico dei Sardi rimane sempre il sardo. Quel sardo volutamente con la s minuscola, invidioso del proprio vicino, siddau al proprio campanile, capace di coltivare solo il proprio orticello. I continentali non hanno meritato e non meritano nulla fino a quando, noi Sardi, culturalmente non impareremo ad avere nessuna soggezione nei loro confronti.

    Saludi e trigu a tottus
     
    .
  11. dedalonur9
     
    .

    User deleted


    Io non conoscevo nulla di questo episodio. Lo ammetto

    Ma del razzismo verso i sardi sì. Ne sapevo gia qualcosa quando studiando criminologia mi sono imbattuto nel Lombroso (sardi criminali congeniti).
     
    .
  12. SpikeZ
     
    .

    User deleted


    Che strano... non conoscevo questi avvenimenti, ma ora mi spiego alcune cose.
    Cercando info e racconti sul Cagliari dello scudetto per farci una sceneggiatura, mi sono imbattuto su degli episodi che mi hanno lasciato perplesso. Il lunedì dopo la partita della vittoria dello scudetto, le scuole rimasero deserte. I festeggiamenti durarono 3 giorni e 3 notti. Dal 3° giorno si cominciò a multare gli automobilisti che suonavano il clacson, ma quelli pagavano felici come bambini le 1.000 lire di ammenda. Due ricercati si presentarono allo stadio per vedere la partita della svolta, ma chiedendo ai carabinieri di lasciargli vedere la partita prima di portarli in cella. I carabinieri acconsentirono, per non perdersi la partita. Dietro una delle porte del campo si vedevano sti 2 tizi seduti con i carabinieri dietro. Subito dopo il fischio finale, il vicequestore, noto come uomo severo, abbracciava in lacrime chiunque gli capitasse a tiro. Mesina mandò una lettera di ringraziamento a Brera per il suo appoggio alla squadra del Cagliari. E dopo la trasferta di Torino, dove il Cagliari vinse 4-0, una folla di 40.000 (quarantamila) sardi paralizzò la città di Torino per ore, coi torinesi testimoni basiti.

    Alcuni di questi episodi mi son sembrati eccessivi, ma ora è più chiaro: ha ragione chi dice che nel calcio, a volte, si cela il riscatto sociale. Non erano 11 tizi che davano calci a un pallone, non era un torneo di banale calcio, ma un'intera isola contro tutti.

    Non so se sono andato OT, mi sembra di no.. o forse si? Non so, fate vobis.
     
    .
  13. Judikess4
     
    .

    User deleted


    Col senno del poi, ora mi chiedo se in mezzo a tutta la spazzatura campana , ci fosse qualche sacchetto made in Itri....... <_<
    JK
     
    .
  14. ajò
     
    .

    User deleted


    A 102 anni dall'evento gli itriani mistificano ancora gli avvenimenti. Questo dimostra che la vigliaccheria dei nonni rivive nei nipoti. Ma forse non si rendono conto che la storia li ha già abbondantemente puniti nella 2^ guerra mondiale: paese raso al suolo dai bombardamenti alleati con centinaia di morti, rastrellamenti tedeschi e.....ciliegina sulla torta i marocchini! Tutte cose che ai Sardi sono state risparmiate. PEGGIO PER VOI!
     
    .
  15. Mario Demontis
     
    .

    User deleted


    Ho letto questa triste storia alcuni anni fa. La strage di Itri.
     
    .
14 replies since 12/9/2008, 08:44   5521 views
  Share  
.