Un linguaggio europeo nei menhir della Sardegna

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  1. SaCraba
     
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    Un linguaggio europeo nei menhir della Sardegna


    Si inaugura oggi il museo di Laconi con la ricca collezione di statue megalitiche: ecco le novità della ricerca


    Sabato 18 dicembre 2010

    Oggi alle 10, a Laconi, verrà inaugurato il civico Museo delle Statue-Menhir, nella Casa Aymerich restaurata per ospitare la più importante collezione megalitica del Mediterraneo. Enrico Atzeni, già ordinario di Paleontologia e Antichità sarde dell'università di Cagliari, fondatore e direttore scientifico del nuovo museo, illustra le novità degli ultimi anni nella ricerca archeologica sulla civiltà dei menhir.
    A quarant'anni dalle prime acquisizioni, il fenomeno della monumentale statuaria antropomorfa "prenuragica" si manifesta in Sardegna costantemente in crescita, e con coerenti raccordi sulla scia della grande ondata delle statue-menhir e statue-stele europee. È in continuo aumento la cifra dei monoliti figurati ed un loro più concreto inserimento nei contesti archeologici di pertinenza. Si scoprono nuove tracce di reperti e quindi una più allargata penetrazione territoriale dell'enigmatico fenomeno nell'Isola al di là delle iniziali, eclatanti scoperte nella vasta area degli altipiani centrali, dal nord al sud estesa tra il Marghine-Mandolisai e il Sarcidano-Gerrei, quest'ultima con i particolari, articolati addensamenti che hanno consentito la realizzazione a Laconi del civico Museo delle Statue-Menhir.

    SCENARIO Nello strategico scacchiere marittimo tirrenico il particolare polo statuario protosardo si sviluppa sullo sfondo delle millenarie tradizioni scultoree e architettoniche indigene, forgiate sulla creatività artistico-religiosa dell'ipogeismo e del megalitismo. La metafora antropomorfa, che muove dal simbolismo fallico degli ancestrali menhir aniconici, si attesta su recuperati stadi protoantropomorfi e antorpomorfi e sull'excursus del IV-III millennio a.C. progressivamente declina sulle stereotipe e svariate tipologie dei monoliti figurati.
    Il quadro dello specifico ciclo costella i territori con una miriade di menhir figurati o semplicemente modellati, ora isolati o in coppie, ora in cospicui assembramenti e in allineamenti che diacronicamente alternano o associano gli sviluppi delle loro espressione di carattere socio-politico e artistico-religioso, con collocazioni presso riaffioranti siti insediativi o - più spesso - nell'ambito di contesti funerari e di associati complessi sacrali per l'annessione di particolari strutture edilizie di evidente carattere cerimoniale.

    LA RICERCA L'indagine paletnologica restituisce ora un inedito incremento di analitici dettagli documentali. Vanno a proporsi forse sull' ideazione antropizzante serie sempre più ricche di statuette miniaturistiche, analoghe stilisticamente alle statue-menhir e per misure e soluzioni formali a quelle degli idoletti, forse tardo neolitici, di produzioni equilibrate ancora sul culto della Grande Madre Mediterranea e di minoritari suoi partners maschili.
    Testimoniano i momenti di misteriose istanze liturgiche e rituali gli interventi aggiuntivi e distruttivi recentemente riscontrati sulle sintassi ornamentali - di carattere anatomico o di emblematico attributo di stato, immanente o trascendente - di alcune delle più classiche statue-menhir figurate. Resta da chiarire se i riutilizzi in opere murarie dei successivi monumenti dell'età del Bronzo (nuraghi, tombe di giganti, ecc.) segnino la fine iconoclasta della storica fase artistico-religiosa legata alle temperie della metallurgia dell'età del Rame, oppure perpetuazioni rituali.

    LE NOVITÀ Meritano un prioritario cenno informativo due inediti reperti statuari - ora in corso di studio - di significativo interesse iconografico. Il primo è la statua-menhir di San Pietro, recentemente emersa in terreni arativi alla periferia di San Giovanni Suergiu, nel Sulcis - Sardegna sud-occidentale.

    SAN GIOVANNI SUERGIU La scultura a tutto tondo mirabilmente ricavata con tecnica a martellina su una colonnetta di locale roccia liparitica vitrofilica bruno-grigiastra appare troncata dall'aratro trasversalmente in vita, mutila della parte inferiore. Residua per l'altezza di 70 centimetri nella sua metà superiore, in sezione piano-convessa per l'appiattimento del prospetto frontale. Anteriormente d'alto in basso mostra: sull'arrotondata testa un copricapo a calotta emisferica, in rilievo di circa 1 cm, quasi uno zucchetto cardinalizio, che circola a metà fronte sulle tempie e alla nuca; impostato sulla convessa fronte un ampio, classico schema facciale a T, senz'occhi ma ad orbite ben incavate sotto le equilibrate arcate sopraccigliari centrate su un lungo naso a pilastrino. Sul petto accuratamente spianato, segnato ai lati dal rilievo angolare delle allungate braccia, inferiormente chiusa dal marcato bassorilievo orizzontale delle mani contrapposte con dita a frangia.
    Sul retro sotto la calotta e una nuda striscia del collo, un geometrico profilo cilindrico medialmente segnato da una netta scanalatura verticale, quasi la colonna vertebrale parrebbe indicare una rivestitura a tunica dello stesso rilievo del copricapo.
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    RUINAS Il secondo grande recupero è rappresentato dalla gigantesca statua-menhir di Macchetturu (Ruinas, alta Marmilla), altra tre metri. Spezzata trasversalmente a metà corpo e sbrecciata alla base dall'urto del vomere meccanico, modella al vertice una sorta di liscia maschera sub-ovalare. Il disegno si prolunga linearmente sui lati, mentre al vertice appare quasi incoronato da una netta cornatura taurina. Ad una prima analisi, sullo sviluppo forse di un obelisco o di un palo totemico, il monumento di certo rappresenta un unicum nell'Isola ma forse anche nell'arte scultorea del megalitismo continentale: si prospetta una iconografia simbolico-religiosa adombrante - con trasposizione in superficie dal mondo allegorico e funerario delle più antiche domus de janas - la concettualità in senso megalitico del Dio-Toro, verosimilmente lungo la linea della «rimonta sociale dell'elemento maschile patriarcale» dell'età dei primi metalli.

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    ENRICO ATZENI




    http://edicola.unionesarda.it/Corrente/Art...rticolo=2533409
     
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  2. SaCraba
     
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    :D :D forza Gianni

    CITAZIONE
    All'indomani dell'inaugurazione del mega museo si accende la querelle sul “pezzo” unico del Grighine

    Laconi e Ruinas in guerra a colpi di menhir. Il sindaco Tatti: volevano scipparci la nostra statua. Pisu: è un equivoco


    Martedì 21 dicembre 2010

    Gianni Tatti attacca il collega Paolo Pisu mentre ancora si festeggia il museo laconese: un progetto bocciato come «accentratore».

    «La nostra statua menhir non finirà mai nel museo di Laconi». Così tuona il sindaco di Ruinas Gianni Tatti che due giorni dopo il taglio del nastro del primo museo sulla statuaria preistorica in Sardegna nel palazzo Aymerich del paese del Sarcidano ha innescato una guerra con la vicina amministrazione laconese ed il suo sindaco Paolo Pisu. Uno scontro proprio in salsa menhir. Tatti ha criticato il progetto da lui definito «accentratore» del museo laconese. Il primo cittadino Pisu ha risposto pacato: «Tutto è stato sicuramente frutto di un equivoco. Il nostro intento rimane quello di accendere i riflettori su tutti i centri della zona».

    LA POLEMICA Le affermazioni di Tatti ieri sono cadute però come pesanti macigni sul nuovo museo laconese. Pesanti proprio come i 50 menhir di Laconi, Villa Sant'Antonio, Samugheo ed Allai esposti nella nobile residenza dei marchesi Aymerich. «Arriveranno presto anche quelli di Genoni, Isili e Ruinas», ha detto il sindaco Pisu nella presentazione del museo. «Non succederà mai questo», ha risposto il collega di Ruinas, «eravamo disposti a cederlo per qualche giorno per l'inaugurazione ma quando abbiamo capito che non sarebbe più tornato in paese abbiamo fatto un passo indietro».

    IL MENHIR Il ritrovamento fatto nelle campagne di Ruinas dall'archeologo Enrico Atzeni è unico nell'Isola. Una statua alta tre metri con nella sommità una cornatura tipica di un toro. Una sorta, dunque, di Dio Toro, caso isolato non solo in Sardegna ma in tutto il megalistimo continentale. «Abbiamo stanziato 380 mila euro per l'allestimento di una mostra permanente etnografica ed archeologica con i reperti del nostro paese», ha proseguito Tatti, «lo inaugureremo a breve. Non ci faremo scippare di certo questo pezzo unico. E stiamo studiando una rete museale con l'Unione dei Comuni dell'Alta Marmilla. Laconi decida per i suoi reperti».

    RISPOSTA Il sindaco Pisu si è definito «sorpreso» per queste parole: «Tutto forse frutto di un equivoco. Se il sindaco Tatti avesse partecipato all'inaugurazione del nostro museo avrebbe colto nelle mie parole una totale apertura al territorio. Non vogliamo togliere niente a nessuno. Ed il periodo di permanenza dei menhir nelle nostre sale viene concordato con gli altri Comuni e con la Soprintendenza. Da sempre siamo schierati contro il centralismo. A noi interessa la crescita di tutta la zona».
    ANTONIO PINTORI

    http://edicola.unionesarda.it/Corrente/Art...rticolo=2534428

     
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  3. ARRUIASA DE GHENTIANA
     
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    CITAZIONE (SaCraba @ 21/12/2010, 18:49) 
    :D :D forza Gianni

    :woot: :woot: :lol: :lol: :salute: :salute:
     
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    STUDIOSO DEI POPOLI DEL MARE

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    GIANNI (Tatti) non ha tutti i torti... conosco bene ambedue i sindaci e conosco molto bne Paolo (il sindaco di laconi) col quyale fondammo circa 15 anni fa "LACONI CHE CAMBIA" il movimento cittadino ancora oggi al potere.
    Forse Paolo non ha pronunciato la frase "il menir di ruinas deve arrivare a Laconi", ma di sicuro lo ha pensato. Paolo è di sicuro un ottimo amministratore coem pochi ... ma questo lo porta appunto ad ACCENTRARE troppo su LACONI tutto quanto riguarda il territorio vicino.
    Una nota vorrei aggiungere: IL MENIR di Ruinas... NON E' UN MENIR! :woot: :dev.gif: :dev.gif: ... di ben altro si tratta.
    - DI CERTO più recente come datazione rispetto ai menir veri e propri...
    - DI CERTO non meno importante dei menir stessi... ma questo non glialo possono dire gli ARCHEOBUONI acui il sindaco di ruinas si è rivolto. Essendo gli stessi che hanno ESTIRPATO dai lro luoghi originari i MENIR ANTROPOMORFI, privando gli studiosi della locazione e degli orientamenti possibili e probabili. :( :wacko:
     
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  5. dedalonur9
     
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    ci sono per caso foto un po più dettagliate delle corna? ricordo di averne vista una, in cui s'intravedevano delle sporgenze, ma sicneramente non si riusciva a capire granchè
     
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  6. pietrusco
     
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    e a proposito di menhir, ne ha postato uno bello il nostro amico francu, http://gianfrancopintore.blogspot.com/2011...u-ma-prima.html
     
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  7. SaCraba
     
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    quello è il menhir del carissimo GESICO ^_^

    l'Albero della Vita

     
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