ritrovamento Su Benatzu

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  1. Antonio Assorgia1
     
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    Mi avvicinai a lla stalagmite colonnare (circa 40 cm di diametro) che arrivava alla mia cintola. La parte della colonna era cava e lì si accumulava l'acqua di stillicidio formando la così della "vashetta".
    Su un bordo della vashetta stava appoggiato un tripode che destò la nostra meraviglia per la stupenda fattura.
    Solo allora ebbimo la certezza che l'interesse del ritrovamnento non era il vasellame, anche se molto copioso, ma i "bronzetti.
    Io, quasi istintitivamente, immersi la mano nella vaschetta e subito subito dopo la ritirali: avevop nelle mani una
    "Navicella", stava nel palmo della mia mano. Dal colore verdastro capii che era un "bronzetto".
    Esaminando i cumuli di cenere trovanmmo anche alcune lamine d'oro che mandavano riflessi di luce viva illuminti dalle nostre lampade.
    Franco Todde trovò poi anche un pugnale di sorprendenti e inusuali piccole dimensioni.
    Franco Todde, che aveva con sè la macchinma fotografica, passò molto tempo a fotografare ogni dettaglio del materiale archeologico presente nella "Sala del tesoro". Per questo motivo grazie a lui si hanno le immagini relative all'atto del ritrovamento che unite a quelle scattate dal Maestro Antonio Ghiani, che ci venne a prelevare il mattino del lunedi 27, costituiscono una copiosa documentazione fotografica, di inestimabile valore archeologico e topofrafico.
    La notte , dopo la scoperta, la passammo insonne o nel dormiveglia. Tutti e tre respiravamo un'aura misteriosa che aleggiava su di noi e non ci dava tregua.
    Sibili continui, come formati da traiettorie di piccoli oggetti come proiettati all'interno della grotta, ci tennero desti.
    S'intende che si parlò poco tra di noi: ognuno preferiva meditare e forse assaporare "nel suo cuore" quelle sensazioni.
    Non ebbi modo in seguito di domandare a Franco Todde e Sergio Puddu le loro sensazioni al momento e dopo la scoperta.
    Bisognava entrare troppo nell'intimo del loro animo; una certa delicatezza e riservatezza me lo impedì.
    D'altra parte, dopo la scoperta non ci fu modo di riunirci per discuitere di quel ritrovamento che a noi fu addebitato come un demerito e non meritorio.
    Dopo la scoperta, recapitati al Prof. Carlo Maxia la navicella, il tripode e il pugnale, gli oggetti più preziosi ed asporbailie da chi sarebe, successivamente entrato nella grotta. Una sequenza di avvenimenti negativi provò il mio animo, ed istintivamente iniziai a ad avere una specie di rigetto di quella esperienza . Infatti nessuno nriconobbe la nostra onestà e rettitudine. In definitiva, nessuno di noi si impossessò di uno solo degli oggetti votivi presenti nel Tempio ipogeo. Avevamo portato ad Un Docente Universitario gli oggetti più preziois, prima che fossero dispersi per sempre. Per noi il Professorr Carlo Maxia era una degna Autorità dello Statao, era docente di Antrologia all'Unive3rsità di Cagliari e si era interessato anche di "Antropologia culturale". Lui avrrebbe potuto dare un giudizio sulla autenticità ed importanza di quegli oggetti! Questi oggetti erano materia del suo insegmamento universitario.
    Da parte mia non mi vantai mai di quell'eccezionale rotrovamento. Lo pensai sempre come avvenimento che in qualche modo, per la mia formazione morale e concettuale, non poterva essere stato il più adatto alla preservazione di un bene che non mi apparteneva, non ci apparteneva, ma era patrimonio della Terra Sarda ed anche del'intera Umanità. Immaginiamoci dse quel ritrovamento fosse stato fatto da
    qualche "Tombarolo"!

    A chi mi fa presente che altri si presero il premio della scoperta (per legge allo scopritore va un premio satabilito dalla Soprintendenza), oppure che altri si vantano di aver fatto loro la scoperta rispondo che il premio è quello di essere stato predestinato a quel ritrovamnenbto ed il merito per me è quello di essere a posto con la mia coscienza e di aver contribuioto alla tutela di quell'immenso patrimonio nacora tutto da valutare.
    Sabato 10 febbraio 2018, Antonio Assorgia, in memoria di Franco todde e Sergio Puddui.
     
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  2. Antonio Assorgia1
     
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    Oggi 12 febbraio riprendo a decrivere le senzazionii che provai durante e dopo la "scoperta" del Tesoro di Su Benatzu.

    Quelle notte passta nella "Sala del Tesoro" di Su Benatzu fu per me densa di sensazioni, reminiscenze, ripensamenti e meditazioni.
    Alcune, le più impresse nel mio animo, scaturite sul momento, altre ripensate e rielaborate successivamente.
    Una cosa che mi era connaturata, data la mia formazione scientifica, era quella di "inquadrare" gli oggetti esaminati e "ricostruire" una certa loro cronologia e disposizione spaziale.
    La cavità certamente preesisteva agli oggetti cultuali, ma essa si adattava, quasi "accoglieva", in modo sorprendente non solo gli oggetti ma era altresì impregnata di sacralità coinvolgente.
    La quantità di quegli oggetti e la loro disposizione spaziale non lasciavano dubbi: il "Tempio" era stato visitato ed utilizzato come luogo di culto per molti anni!
    Un esame accurato della tipologia del vasellame, la "stratificazione" degli oggetti votivi che col tempo si era formata, il fatto che
    anche sotto il pavimento si nitravedesso, in trasperenza, altro vasellame, tutto faceva supporre che in quella Sala del Tesoro si fossero
    recate varie generazioni di "fedeli".
    Una prima idea che gli oggetti votivi fossero stati posti da un "Sacerdote" addetto al Tempio la scartati perché forse mi pareva più suggestiva la visione di una "Teoria" di fedeli che si recassero in processione a deporre loro l'offerta. Questa ipotesi mi piaceva in quanto
    dava modo alla Comunità di essere partecipe e di rinsaldare i vincoli religiosi e comunitari.
     
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  3. Antonio Assorgia1
     
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    Per quanto riguarda agli oggetti bronzei non provai quelle sensazioni che invece mi diedero i tra cumuli di vasellame. Anche quando
    "pescai" dalla vaschetrta la "navicella" raggirandola nella mia mano non la reputai così importante, come lo era veramente.
    Seppi poi che ggetti di questo tipo hanno una buona quotazione tra i tombaroli! Eppure non pensai mai al valore economico che era insito nel "!corredo" della Sala del Tesoro. In seguito, molte persone che venivano a conoscenza del ritrovamento, ci consideravano come allocchi che non erano stati in grado di farsi riconoscere la "Scoiperta", perché essa avrebbe invece potuto farci ricchi (si parlava del volore di alcuni miliardi delle vecchie lire).
     
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  4. Antonio Assorgia
     
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    Cari amici e appassionati delle vicende della Grotta Pirosu in località Su Benatzu (Santadi), il 23 giugno del 2020 cadrà il 52° della scoperta del "Tesoro". Ebbene proporrei che anche per quella occasione si svolga a Santadi un "celebrazione" della scoperta e si faccia il punto sulle opportunità negate ai Santadesi di "godere" di un BENE che dalla Naura le è stato concesso.
    E' ora che Santadi divenri in qualche moso un centro di studi sulle civiltà preistoriche mditerranee, come di fatto lo fu 2700 anni fa.
    Qualcuno potrà soffisfare in mio desiderio? Quello di entrare di nuovo nella Grotta Pirosu dopo 52 anni!
    A presto, Antonio Assorgia
     
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  5. Antonio Assorgia2
     
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    Cari amici e appassionati delle vicende della Grotta Pirosu in località Su Benatzu (Santadi), il 23 giugno del 2020 cadrà il 52° della scoperta del "Tesoro". Ebbene proporrei che anche per quella occasione si svolga a Santadi un "celebrazione" della scoperta e si faccia il punto sulle opportunità negate ai Santadesi di "godere" di un BENE che dalla Naura le è stato concesso.
    E' ora che Santadi divenri in qualche moso un centro di studi sulle civiltà preistoriche mditerranee, come di fatto lo fu 2700 anni fa.
    Qualcuno potrà soffisfare in mio desiderio? Quello di entrare di nuovo nella Grotta Pirosu dopo 52 anni!
    A presto, Antonio Assorgia

    Oggi 30 dicembre 2019 auguro a tutti i frequentatori di questo sito un Felice Anno Nuovo. Voglio riocordare che è stato pubblicato dalle Grafiche del Parteolla il mio nuovo libro dal titolo: "Il tesoro del Tempio ipogeo din Su Benatzu", prezzo 12 Euro.
    In questa mia nuova opera, oltre ricordare i momenti della scoperta del tesoro, prospetto anche le problematiche relative a quella scoperta e che non possono essere risolte solo con l'ausilio dell'Archeologo ma necessitano dei contributi di vari studiosi, come la "Storico dele religioni", dell'Antropologo, del Paleoetnologo, dell'Astronomo, del Psico-archeologo. Solo così si potranno evidenziare la religiosità e l'organizzazione sociale di quelle antiche popolazioni che afferivano al Tempio di Su Benatzu.
    Uno dei problemi da risolvere è per quali motivi quel Tempio cessò di essere utilizzato da quelle antiche popolazioni sulcitane.
    Nel libro troverete alcuni tentativi di risolvere questo aspetto storico-antropologico. BUONA LETTURA, Antonio Assorgia
     
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  6. Antonio Assorgia2
     
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    Sono Antonio Assorgia, il 23-24 giugno 2018 (a proposito rispetto alle date della scoperta che io indicai nel 26 giugno , debbo precisare che la data esatta è la notte tra il 23 e 24 giugno) ad Iglesias e Santadi è stata commemorata la scoperta del Tesoro di Santadi che era custodito in
    un Santuario:la Grotta Pirosu, sita in località Su Benatzu. Nel 2019 è stato dato alle stampe (Grafiche del Parteolla) il mio libro:
    "Il Tesoro del Tempio ipogeo di Su Benatzu" nel quale si descrive la scoperta e le sensazioni che io e gli altri due scopritori (Franco Todde e Sergio Puddu).
    Midispiace che la Comunità Santadese, che visse con gli scopritori le dolorose vicende avvenute dopo la scoperta, no abbia poututo (o saputo?)
    usufruire appieno delle opportunità che questo avvenimento eccezionale poteva offrire.
    Mi si potrebbe risponedre: Non basta esaminare ed ammirare i reperti rinvenuti, custoditi nel Museo Archeologico di Cagliari?
    Rispondo: di un Tempio capiremmo la sua religiosità, la sua "storia" esaminando solo gli oggetti sacri esposti in una bacheca?
    Un vaso esposto in una vetrina di un Museo Archeologico è capace di suscitare in noi lo stesso "patos" di un oggetto deposto da un fedele accanto ad un oggetto sacro?
    Ricordo che quando quella notte magica ammirai i cumuli di vasi deposti nlla sala del tesoro di Su Benatzu pensai subito alle senzazioni che provarono quei fedeli nel deporre quell'oggetto votivo, alle loro speranze riposte in divinità delle quali poco o nulla conosciamo
    Della Grotta Pirosu deve essere aanalizzata la su "essenza" non fatta di oggetti ma di "sentimenti", di religiosità.
    Può assumersi questo compito l'archeologo? O non è necessaria la partecipazione di altre competenze come :
    -Lo Storico delle Religioni
    -L'antropologo
    -L'astronomo
    -Lo Psicologo
    -Il Filosofo
    -Il sociologo.
    Finora l'archeologo si è voluto addossare questo arduo compito

    Cari amici, appassionati delle vicende della scoperta del tesoro di su Bentazu, BUON ANNO!
    Spero che il nuono anno porti alla Comunità Santadese quei benefici che non hanno potuto godere a seguioto
    della Scoperta del Tempio Ipogeo di su Benatzu.
    Nessuno di voi ha qualche domanda da farmi?
    Vorrei che rispondessero in primis gli Archeologi che si sono interessati o si interesseranno del materiale votivo rinvenuto nella Grotta Pirosu.
    Non sarebbe ora che gli Archeologi collaborasero con altri cultori di discipline come:
    -Lo storico delle Religioni
    -L'Antropologo,
    -Il Sociologo
    -Lo Psicologo
    -Lo storico
    per affrontare lo studio completo del Tempio di su Benatzu?
    Me lo auguro, come, penso, se lo augurano tutti gli abitanti di Santadi.
     
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    STUDIOSO DEI POPOLI DEL MARE

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    <<non sarebbe ora che gli Archeologi collaborasero con altri cultori di discipline come:
    -Lo storico delle Religioni
    -L'Antropologo,
    -Il Sociologo
    -Lo Psicologo
    -Lo storico
    per affrontare lo studio completo del Tempio di su Benatzu?>>>

    PURA ILLUSIONE, LORO SI SONO ARROGATI IL DIRITTO di scrivere di STORIA non comprendendone una bella MAZZA .. e ora guardano con fastidio e TIRRIA a chiunque si azzardi a toccargli L'OSSO o a toglierglielo dalla bocca ... una sola cosa sapiamo CHE ESSI GLI ARCHEOBUONI (non gli archeologi, ma la sovrintendenza) sono degli EMERITI IGNORANTI in fatto di STORIA ... :D :dev.gif: :vandal:
     
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36 replies since 24/2/2008, 22:49   2429 views
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